IL PUNTO G NON ESISTE


Ancora polemiche sul punto G: a quanto pare l'argomento non pare mai perdere di appeal. Ne avevamo parlato su queste pagine appena un mese fa, riportando un'intervista al sessuologo Vincenzo Puppo, secondo il quale il punto G non esisterebbe, e anzi, lo stesso articolo in cui il dottor Grafenberg ne avrebbe parlato scientificamente per la prima volta 50 anni fa sarebbe stato in realtà manipolato. Una teoria senz'altro molto interessante, che va ad aggiungersi al mare di polemiche e discussioni (più o meno scientifiche) relative all'esistenza di questa fantomatica zona erogena nel corpo della donna.

Ad appena pochi giorni fa risale la pubblicazione dell'ennesima ricerca al riguardo. Stavolta a quanto pare sarebbe stata dimostrata sceintificamente la
non esistenza
Tim Spector, uno dei medici del team che ha effettuato la ricerca, ha dichiarato appunto che non esistono vere prove dell'esistenza del punto G. Insomma pura fantasia.
del punto G. Ma andiamo con ordine. La ricerca in questione è stata condotta da un gruppo di scienziati del King's College di Londra guidati dal ricercatore Andrea Burri. Da tale ricerca sarebbe emerso che il punto G non esiste, e sarebbe unicamente frutto della fantasia, un mito, e probabilmente anche il frutto della suggestione provocata dalle parole di riviste e simili.
punto_g_2_1La ricerca è stata condotta su circa 900 coppie di gemelle. Si è deciso di lavorare con gemelle partendo dal presupposto scientifico che i fratelli gemelli monozigoti condividono i medesimi geni. Nonostante ciò in molte coppie di gemelle identiche si riscontravano casi in cui una delle sorelle affermava di avere il punto G, mentre l'altra no. Secondo gli scienziati del King's College questo fatto non fa che confermare quanto la convinzione di possedere un punto G sia unicamente frutto della fantasia, e va a sommarsi al fatto oggettivo che nessuno è riuscito empiricamente a individuare questo fantomatico punto G. Molte volte capita che l'autoconvincersi di non averlo diventi una scusante o un alibi di fronte a una vita sessuale poco soddisfacente.
Immediatamente dopo la pubblicazione della ricerca non sono mancate le reazioni polemiche. Tra le prime a controbattere la sessuologa inglese Beverley Whipple, da sempre grande sostenitrice dell'esistenza del punto G. Secondo la sessuologa la ricerca condotta a Londra farebbe acqua da tutte le parti perchè non prenderebbe in considerazione fattori variabili e soggettivi, come ad esempio il fatto di avere differenti partner.
A lanciarsi contro la ricerca britannica anche il ricercatore italiano Emmanuele Jannini, salito all'onore delle cronache non molto tempo fa proprio per aver "fotografato" il punto G. Secondo Jannini infatti sarebbe proprio l'impostazione della ricerca ad essere errata: chi ha detto che la presenza del punto G dipenda da fattori genetici? Nonsarebbe più sensato pensare che dipenda da fattori ormonali? Questa considerazione in effetti va a demolire lo studio basato sull'osservazione di donne gemelle.
Qualcosa ci dice che questa ennesima ricerca piuttosto che fare chiarezza sulla questione, non farà che sollevare molte altre polemiche...
Fonte: Ansa.it

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